20 giugno 2024
Mi sono svegliato e ancora pioveva. Ho ripassato il piano: salire 400 metri e scendere, risalire altri 100 metri e scendere dall’altra parte, arrivare a Kirkefjord, prendere il traghetto e farmi portare via.
Non è stata facile la salita, soprattutto perché la via era bagnata e anche io, dopo qualche passo, ero zuppo. Mi trovavo in mezzo alle montagne, da solo, sotto la pioggia battente.
Arrivato in cima, senza fermarmi, ho iniziato la discesa. Il sentiero era diventato un fiume e la terra scivolava sotto i miei piedi. Sono caduto nel fango più di una volta ma, con calma, ho raggiunto il punto più basso.
L’ultima salita è stata più veloce. Procedevo con cautela stando bene attento a dove mettevo i piedi per evitare di farmi male. Finalmente dall’alto potevo vedere Kirkefjord: il fiordo e il villaggio di pescatori. Che bello vedere la meta! Anche se stanco, bagnato, sporco e infreddolito sono sceso a cuor leggero. Ce l’avevo fatta!
Non è che il paese fosse pieno di gente: ogni porta era chiusa, delle lanterne accese diffondevano un po’ di luce. Non ho visto nessuno. Mi sono diretto al molo ho controllato le partenze. Con il tempo così brutto non potevo permettermi la tappa più impegnativa fino alla vetta del Munkan (766m). Dovevo farmi portare direttamente a Reine, nella civiltà.
Alle 10.30 è approdato il traghetto, sono salito, ho lasciato lo zaino fuori, sotto l’acqua, e mi sono rifugiato in coperta. All’interno una decina di escursionisti, tutti in silenzio; i finestrini completamente appannati. Il rumore del motore cullava i miei pensieri mentre terminava l’avventura in cammino per le isole Lofoten.
Alle 11.00 ero a Reine. Mi sono rifugiato in una sorta di Autogrill per scaldarmi e asciugarmi. Ho mangiato qualcosa e ho atteso il bus per Å, dove nel frattempo avevo prenotato un posto letto in ostello.
Ora è il momento di pensare a cosa fare nei prossimi giorni.